Varchi n.29
Cosa resterà di questa pandemia!
Anno quindicesimo – numero 29 – autunno/inverno 2023
Rivista semestrale di carattere scientifico-culturale
A cura di: IL RUOLO TERAPEUTICO DI GENOVA
Hanno collaborato a questo numero: Gessica Barbero, Franca Bo, Mauro Carosio, Valeria Castagnola, Paolo Chiappero, Diego Dal Sacco, Jessica Facoetti, Maura Gancitano, Benedetta Giagnorio, Monica Marinelli, Sara Patrone, Roberto Stura, Federico Tonioni, Martina Uras, Debora Vermi.
EDITORIALE
Abbiamo deciso per questo colore, nella copertina di questo numero.
“Cosa resterà di questi anni ’80?” cantava Raf in quella decade. Noi ci siamo chiesti: “Cosa resterà della pandemia!”. Con il punto esclamativo, che indica anche stupore, aspettative, quasi un’esortazione, un imperativo a riflettere su questo.
Non soltanto la tragedia umana, la morte, la paura, le difficoltà economiche e relazionali, ma abbiamo pensato che, nella trasformazione che porta con sé un evento epocale, ci fosse spazio anche per cambiamenti positivi e/o irrinunciabili
In questo numero di Varchi, quindi, il cambiamento postpandemico viene attraversato con la lente curiosa di chi osserva un futuro che mai nessuno avrebbe immaginato. La riflessione attraversa il punto di vista dello Psicoterapeuta, che vede la sua possibilità d’intervento terapeutico allargarsi fino alle sedute on line, come raccontato nell’articolo del Dott. Chiappero, oppure il mondo degli adolescenti, così come descrive nell’articolo la Dott. ssa Castagnola.
Il contributo della Dott.ssa Maura Gancitano sul tema del mondo del lavoro, ci racconta come le persone abbiano sempre avuto difficoltà a sostenere i ritmi del lavoro e come, attraverso la pandemia, questa verità sia finalmente emersa.
In questo numero si affrontano anche i temi della morte, il ripensare e il risignificare la morte, come nell’articolo della Dott.ssa Jessica Facoetti, e che il corpo, da “casa-corpo, accessorio portatile di presenza, in tempo di pandemia è diventata un corpo in casa”, così come illustrato dalla Dott.ssa Sara Patrone.
L’intervista di questo numero di Varchi, a cura del Prof. Mauro Carosio, ci riporta l’entusiasmo di alcuni ragazzi che per la salvaguardia delle risorse dell’ambiente, in particolare il bene dell’acqua, intraprendono un viaggio nel Mondo in bicicletta, liberi dalle barriere fisiche e mentali indotte dalla pandemia.
La riflessione del Dott. Federico Tonioni ci ricorda l’importanza dell’espressione delle emozioni, in particolare nel mondo degli adolescenti, ma riconducendoci tutti a quella percezione dell’ “esser vivi” che possiamo esperire oggi, senza le costrizioni pandemiche, riflettendo proprio su “cosa resterà della Pandemia!”.
Gli articoli di Dal Sacco, Uras e coll. e l’intervista alla dott.ssa Marinelli ci conducono invece a riflessioni sulla post-pandemia e, rispettivamente, alle problematiche dermatologiche e psicosomatiche (la pelle, il corpo dunque), e a due ambiti comunitari quali il carcere e la scuola.
Ricordare per pensare al futuro. Intervista a Monica Marinelli
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Pandemia, quando il “dentro” e il “fuori” si incontrano. Sintomi post-traumatici, ansia e depressione in carcere: gli effetti del contagio da Covid-19 sulla popolazione detenuta Alessandrina.
di Uras Martina, Giagnorio Benedetta, Bo Franca, Barbero Gessica e Stura Roberto * Introduzione Il contesto carcerario italiano è stato colpito dalle forti conseguenze causate dalla pandemia di SARS-CoV-2. Questo ha accentuato la necessità di prestare attenzione alla...
Nel lavoro con gli adolescenti, si può dire che esiste un’era pre Covid e un’era post Covid?
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Corpi privati
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Quel silenzio che può uccidere. L’angoscia di mortecome eredità per i nostri giovani dopo la pandemia?
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“Mi sente? E mi vede?” Trionfi e catastrofi della psicoterapia online
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Adolescenza e pandemia. Il confine tra le tappe evolutive proprie dell’adolescenza e le conseguenze di un arresto di sviluppo traumatico
di Valeria Castagnola* Si sente spesso dire che “l’adolescente non sa né di carne né di pesce”, intendendo evidenziare che non si è più bambini, ma al contempo neppure adulti. Detto così suona come un pregiudizio difensivo e svalutante in cui si tende a dire ciò...
CycleForWater: quattro giovani si riprendono il mondo, in bicicletta!
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